domenica 6 ottobre 2024

I genitori possono ridurre la dipendenza...

 


Prima sperimentazione clinica in Australia dei trattamenti per una nuova dipendenza sempre più diffusa tra i più giovani: la dipendenza dagli schermi di telefoni cellulari e computer. L'hanno condotta la Screens and Gaming Disorder Clinic e l'Università Macquarie di Sydney e i risultati indicano che i genitori possono avere successo nel ridurre l'impatto di tale dipendenza sul benessere dei figli regolando e limitando l'accesso ai loro dispositivi, piuttosto che sequestrandoli. I ricercatori hanno dato istruzioni a 689 coppie di genitori per cinque strategie: fissare limiti alla rete wifi di casa; limiti ai dati mobili; disconnettere il wifi all'ora di andare a letto; negoziare limiti di accesso ai dispositivi e stabilire conseguenze come limiti di accesso per violazione delle regole.

domenica 22 settembre 2024

Stop smartphone sotto i 14 anni e social sotto i 16


"Ogni tecnologia ha il suo giusto tempo
". E' la premessa con cui un gruppo di pedagogisti, psicoterapeuti, neurobiologi, neuropsichiatri infantili e altri esperti si è fatto promotore di una petizione per ottenere lo "stop a smartphone e social" per i ragazzi sotto una certa età. Un appello lanciato nelle scorse ore che - a metà mattina dell'11 settembre - ha superato il traguardo delle 5mila firme.

Lanciata sulla piattafoma 'Change.org', la petizione chiede "al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16.

Aiutiamo le nuove generazioni", chiedono i firmatari dell'appello promosso dal Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti (Cpp). Le prime sigle sono quelle del pedagogista Daniele Novara, direttore del Cpp, e del medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Seguono le firme di 24 esperti e di diversi esponenti di Unita (Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo), tra cui molti attori, da Stefano Accorsi a Luca Zingaretti.

"Se è vero che spesso le tecnologie migliorano la qualità della vita, questo non accade quando si parla di educazione nella prima infanzia e nella scuola primaria - avvertono i promotori della petizione - I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza", e l'altro "indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita. E' ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media".

Gli esperti precisano che non si tratta di "una presa di posizione anti-tecnologica", ma dell'accoglimento "di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l'apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale. Simili comportamenti in età prescolare portano ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l'apprendimento della letto-scrittura".

mercoledì 11 settembre 2024

Antibiotici nelle infezioni respiratorie?

 


L'attenzione dell'OMS per la diagnosi corretta e la scelta del corretto approccio terapeutico è volta a garantire la qualità di vita del paziente e ottimizzare le risorse sanitarie.

L'uso di antibiotici in pazienti con infezioni delle vie respiratorie non ha avuto alcun impatto significativo sulla gravità o sulla durata della tosse, anche in presenza di un'infezione batterica . Questa è la conclusione tratta da uno studio prospettico condotto dal professor Merenstein e colleghi negli Stati Uniti su persone che hanno cercato cure primarie o di primo soccorso per le infezioni delle basse vie respiratorie (ALRTI). Dallo studio, pubblicato nel 2024, condotto da Merenstein e altri ricercatori, della Scuola di Medicina dell'Universitaria di Georgetown, si evince che anche se le infezioni del tratto respiratorio inferiore tendono ad essere potenzialmente più pericolose, poiché circa il 3-5% dei pazienti è affetto da polmonite, i medici continuano a somministrare antibiotici, senza avere nessuna prova che si tratti di un'infezione batterica. Tale approccio è motivato dal fatto che non tutti hanno un facile accesso ad una prima visita che include una diagnosi per immagini, pertanto in questa fase non è possibile avere un'evidenza che attesta la presenza di un'infezione batterica . Inoltre per curare la tosse, sono gli stessi pazienti che si aspettano la prescrizione di un antibiotico anche se i farmaci di base, utili ad alleviare i sintomi, portano nella maggior parte dei casi ad una risoluzione delle infezioni.

sabato 7 settembre 2024

Quali olii utilizzare per la cottura del cibo

 


Sappiamo  che l’olio si altera quando lo riscaldiamo e che questa alterazione può anche dare origine a sostanze tossiche. Pertanto, è molto importante scegliere l’olio più adatto ad ogni tipo di cottura per ridurre al minimo le perdite dei suoi preziosi componenti e non creare danni all’organismo.

Non dimentichiamo infatti che i componenti più preziosi degli oli vegetali sono gli acidi grassi monoinsaturi e più ancora gli acidi grassi polinsaturi omega-3, perché gli omega-6 li introduciamo già molto abbondantemente con il cibo attuale e sono acidi grassi che tendono a facilitare le infiammazioni, mentre gli omega-3 sono antinfiammatori. Parlando di oli adatti alla cottura bisogna comunque fare prima di tutto una premessa sul loro “punto di fumo”. Per “punto di fumo” si intende la temperatura alla quale un grasso alimentare (olio vegetale o grasso animale) inizia a ossidarsi, a rilasciare un fumo visibile e a produrre sostanze nocive (come l’acroleina, che è tossica per il fegato e gastrolesiva, ma è ritenuta anche cancerogena). Pertanto, per la cottura o friggitura del cibo è fondamentale scegliere un olio vegetale che abbia un alto punto di fumo e ovviamente fare in modo di non superarlo.

martedì 6 agosto 2024

BUONE VACANZE

 


LA REDAZIONE AUGURA AI SUOI LETTORI 

BUONE VACANZE 

mercoledì 10 luglio 2024

LE EMOZIONI: UN TERRENO INESPLORATO

 


Arrossire per la vergogna, sentire le farfalle nello stomaco o ribollire dalla rabbia. Ecco alcune delle frasi più comuni che tutti, almeno una volta nella vita, hanno pronunciato nel tentativo di trasformare le proprie emozioni in parole. Emozioni che, inevitabilmente, si ripercuotono sul corpo. E che queste sensazioni siano anche ‘fisiche’ non è soltanto una percezione individuale: è un dato di fatto che, ora, ha anche un fondamento scientifico. A dimostrarlo uno studio dell’università di Milano-Bicocca, pubblicato su ‘iScience‘: “Le emozioni hanno una ‘natura corporea’, al punto tale che provarle ‘accende’ il cervello come toccare qualcosa o compiere un movimento – spiegano gli autori della ricerca – . Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondono a esperienze tattili e motorie”.

venerdì 7 giugno 2024

La vitamina D potrebbe aumentare la resistenza al cancro

 


La vitamina D potrebbe offrire in futuro una marcia in più contro i tumori, rinforzando la risposta immunitaria al cancro. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Science, condotto presso il Francis Crick Institute di Londra, the National Cancer Institute (NCI) del National Institutes of Health (NIH) in Usa e l'università danese di Aalborg. I ricercatori hanno scoperto che i topi di laboratorio alimentati con una dieta ricca di vitamina D avevano una migliore resistenza immunitaria ai tumori trapiantati sperimentalmente nel loro corpo e rispondevano meglio al trattamento con immunoterapia. Inoltre, il team ha scoperto che la vitamina D agisce nell'intestino, favorendo un batterio chiamato Bacteroides fragilis.
Secondo i ricercatori, è questo microrganismo a conferire ai topi una migliore immunità al cancro. Studi precedenti hanno proposto un legame tra carenza di vitamina D e rischio di cancro nell'uomo, anche se le prove non sono state risolutive. Per indagare ulteriormente, i ricercatori hanno analizzato un set di dati provenienti da 1,5 milioni di persone in Danimarca, che ha evidenziato un legame tra livelli più bassi di vitamina D e un rischio più elevato di cancro.  Un'analisi separata di una popolazione di pazienti oncologici ha anche suggerito che le persone con livelli più alti di vitamina D hanno chance maggiori di rispondere bene ai trattamenti immunoterapici contro il cancro.